Una tazza di tè e il mondo riacquista un senso
- Elisabetta Gaboardi
- 16 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Ci sono momenti in cui tutto perde il suo significato. Forse è la stanchezza, forse ci sono troppe cose da fare, forse le emozioni prendono il sopravvento, ma è esattamente quello che succede.
In quei momenti sento, anzi, a dire il vero, il bisogno di una tazza di tè. E il suo meraviglioso mondo e corollario, che è ampio e molto vario. Le miscele, le tazze che sono una meraviglia per gli occhi e da tenere in mano, le teiere e i divertentissimi copriteiera... divertenti e utili.
E zuccheriere, colini e filtri che puoi realizzare tu stesso, se vuoi. Ma per me, al di là di tutto questo, è proprio la vista dei riccioli di vapore che salgono, il colore del tè, adoro quello nero, il calore che scende e conforta. È tutto questo che restituisce un senso al mio mondo.
Il mondo del tè ha già un suo significato, una cultura antica, milioni di estimatori, bellissime sale da tè (anche vicino a te ce n'è una, ne sono certa. Cercatela) e blogger molto competenti e autorevoli. La mia prima tazza di tè, bevuta con tutto il suo tempo e il suo rituale, ognuno ha il suo, oltre a quelli specifici etnici e culturali e non sono meno importanti, risale alla mia infanzia. Viene da mio nonno paterno e dalla sua discendenza celtica che ci ha trasmesso. Sempre uguale, caro e rassicurante. Un momento di pace e di riunione familiare.




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