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LA BEFANA di Mascia Monti


Questa sera arriva la Befana: "La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte viene e bussa alla tua porta sai tu dirmi che ti porta?" L'origine della Befana si perde nella notte dei tempi e si presume sia connessa a un insieme di riti propiziatori, risalenti al X-VI secolo a.C., legati ai cicli stagionali dell'agricoltura e al raccolto dell'anno trascorso, e alle feste solstiziali che si diffusero in tutta Italia, attraverso il Mitraismo ed alla religiosità celtica. La vecchietta brutta e mal vestita che vola a cavallo della scopa portando doni ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi, è la Strega del Solstizio d'Inverno, che si sacrifica per lasciare il proprio posto alla giovane e bella Fanciulla dei Fiori, che ci porterà i primi tepori primaverili, i doni che porta sono i dolci propositi per i mesi a venire mentre il carbone e le ceneri sono i residui del passato. La figura della Befana, può essere considerata la rappresentazione delle antiche Dee Madri, in modo particolare a quelle della tradizione celtica e di quella germanica delle gelide e selvagge lande nordiche, che Tutto hanno generato: Frau Holle, Berchta e Frigg, che insieme sono Tre e Una, e riuniscono le tre funzioni di portatrici di abbondanza e fertilità, di condottiere della caccia selvaggia e filatrici. -Frau Holle è la Signora dell'Inverno, custode del focolare, protettrice della casa, degli animali domestici e della tessitura. Nelle notti invernali scende a benedire i campi innevati cavalcando uno splendido corsiero bianco accompagnata da una muta di cani e da animali selvatici, portando fortuna e felicità nelle case ben curate. Per propiziare la sua benevolenza ed il suo ritorno, si usava così lasciare delle offerte di cibo sui tetti e nelle case, oppure, come forse accade ancora, le si lasciava una tazza di latte tiepido, la cui rimanenza veniva data da bere al bestiame la mattina seguente, perché ne avrebbe aumentato la fertilità. -Berchta (o Perchta) è la protettrice dell'agricoltura, delle semine e dei raccolti, che rende fertile la terra e protegge gli animali. Nelle notti gelide benedice e nutre i campi coltivati aleggiando come una sottile nebbiolina leggera e incantata, proprio il periodo sacro a Berchta era quello della neve e del ghiaccio, delle fitte nebbie e della brina, quando appariva nelle forme della vecchia Befana intorno al solstizio, nei dodici giorni dopo il Natale ed in particolar modo nella magica notte del sei gennaio, chiamata proprio “la notte della Berchta”, la cui vigilia era usanza preparare e gustare in onore della Dea le deliziose torte di farina e latte, lasciandone per lei qualche fetta, perché, segretamente e senza essere vista, sarebbe passata ad assaggiarle. Berchta appariva spesso nelle sembianze di una donna molto anziana, con i capelli arruffati e gli abiti scuri e logori, ma il suo apparire, come quello di Holla, poteva mutare radicalmente, trasformandosi in una giovane e affascinante fanciulla, e proprio come Frau Holla, anche Berchta controlla se le abitazioni sono ordinate e pulite e se le donne sono brave tessitrici. -La Dea Frigg condensa in sé tutte le qualità e le funzioni magiche di Frau Holla e di Berchta. Frigg è la Grande Madre divina che aveva generato tutte le divinità e tutti gli spiriti e le creature naturali, e che per questo veniva chiamata “Colei che viene prima di tutti gli altri”. Lei era “la Donatrice”, nel cui ventre brillava il sacro germe che dà vita a tutta la Natura, ed era la custode e la personificazione stessa dell’antica Saggezza senza tempo e della profonda sapienza femminile. Frigg è la Signora delle Acque, delle fonti, dei fiumi, dei laghi, delle infinite distese blu dei mari e della pioggia, che disseta la vegetazione. La sua protezione si stendeva sull’agricoltura e sul bestiame, che doveva essere sempre trattato nel migliore dei modi, ma anche dei bambini e delle loro madri. Ha insegnato alle donne a filare con il Sacro Fuso, inoltre tutte le arti femminili sono ispirate da lei, e questo è il regalo che lei ha fatto al mondo. A Frigg erano sacri i gatti, che trainavano il suo magnifico carro nelle notti in cui lei correva per il cielo; e poi le rondini, il cucù dallo spirito profetico e la cicogna, che volava in aiuto dei bambini che cadevano nelle paludi o nei corsi d’acqua, salvandoli dalla morte e restituendoli alle loro mamme. Nell’antica Roma, nel periodo tra il Solstizio invernale, il Sol Invictus e per 12 notti si credeva che alcune figure femminili volassero sui campi coltivati propiziandone la fertilità, alla dodicesima notte era celebrata la morte e la rinascita della natura attraverso Madre Natura. Alcuni studiosi identificano questa figura con la Diana, la dea lunare legata alla caccia e alla vegetazione, mentre per altri è Sàtia, una divinità minore legata alla sazietà, oppure alla dea Abundantia, un’antica dea italica che forniva vita e cibo a tutte le creature viventi, uomini, animali e piante, che poi nel pantheon romano è diventata la personificazione dell’abbondanza e della prosperità e custode della cornucopia con cui distribuiva cibo e denaro. Un'altra ipotesi collegherebbe la Befana con un'antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore del dio Giano e della dea Strenia. Giano era considerato il dio degli inizi ed era una delle divinità più antiche e importanti della religione italica e romana, in epoca arcaica era legato solo ai cicli naturali ma in seguito la sua mitologia divenne molto più complessa; fu Numa Pompilio a dedicare a questa divinità il mese successivo al Solstizio invernale, Gennaio, che poi con la riforma giuliana diventò il primo mese dell’anno. La dea Strenia o Strēnŭa era una divinità, forse di origine sabina, identificata originariamente come una dea triplice e lunare, una dea della natura e degli animali, della Luna e degli Inferi; cioè una Grande Madre preposta a nascita, crescita e morte e per tanto era preposta anche all’inizio dell’anno e alla sua fine. L'aspetto da vecchia tipica della Befana deriva dalla raffigurazione simbolica dell'anno vecchio, ormai davvero concluso può essere bruciato, infatti, in molte zone esiste ancora la tradizione di bruciare dei fantocci vestiti di abiti logori durante il mese di gennaio, come ad esempio il rogo de la vecia, in Veneto nella notte dell’ Epifania, in Brianza l'ultimo giovedì di gennaio viene bruciata la Giubiana. -LA FOCACCIA DELLA BEFANA Questa ricetta l’ho trovata sulla pagina fb di “Fuochi nella nebbia”, è un po’ lunga per via dei tempi di lievitazione, ma è semplice e gustosa. Fare sciogliere 15 gr di lievito di birra in una parte di 200 cl di latte, mischiare fra loro 250 gr di farina 00, 250 gr di farina 0 e 150 gr di zucchero bianco, unire il lievito sciolto e lavorare l'impasto. Sciogliere 100 gr di burro e aggiungere il restante latte, mischiare e unire una fialetta di essenza di vaniglia ed un uovo intero, e mescolare bene. Unire il composto di burro, latte, uova e vaniglia all'impasto di farine, zucchero e lievito, e lavorare bene il tutto fino ad ottenere un panetto liscio e morbido. Aggiungete la scorza grattugiata di un'arancia, 15 gr di pinoli (o altra frutta secca), 20 gr di frutta candita ed 1 fava, ed amalgamate bene tutto fino ad avere una bella palla liscia. Farla lievitare in una ciotola, coperta con pellicola trasparente per 1 ora e mezza in un posto caldo. Dopo la lievitazione riprendere l'impasto e schiacciarlo fino ad avere un disco di circa 30 cm di diametro: metterlo sulla teglia del forno da forno rivestito di cartaforno. Imprimere con una tazza un leggero cerchio centrale, da lì con un coltello tagliate verso l'esterno 16 raggi e torcete ciascuno su se stesso; fare lievitare per un'altra ora e mezza. Accendere il forno a 180 gradi, e intanto che si scalda spennellate la superficie della focaccia con un albume, poi ricoprite con granella di zucchero. Infornate e cuocete per 30/35 minuti ed è pronta !!

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